Il 19 giugno 2009 il prefetto della Congregazione per il clero, card. Claudio Hummes, dichiarava sulla rivista spagnola Vida Nueva che – sebbene non esistano statistiche ufficiali – i casi di pedofilia nella Chiesa Cattolica non arrivano a toccare il 4% dei preti. L'anno prima, il prelato brasiliano, aveva proposto cifre un po' diverse: in un'intervista all'Osservatore Romano del gennaio 2008 aveva parlato, infatti dell'1%. C'è da dire che il 2009 è stato un anno duro da questo punto di vista per la Santa Romana Chiesa: America, Irlanda, Austria, Germania sono solo alcuni tra i Paesi dove il problema è emerso violentemente.
Da una una ventina di giorni si discute del rapporto tra la scelta del celibato e la pedofilia. Ieri, in un'intervista al quotidiano austriaco Die Presse il Cardinal Carlo Maria Martini ha lanciato l'idea di riflettere sul celibato ecclesiastico, perché “le questioni di fondo della sessualità' vanno ripensate alla base del dialogo con le nuove generazioni”. Va ricordato che il celibato ecclesiastico non è né un dogma né un voto ma una norma ecclesiastica, ribadita l'ultima volta durante il Concilio di Trento (1545-1563) e come tale può essere rivisto.
A guisa di risposta – al Cardinal Martini e alle polemiche – la replica su La Stampa di oggi del vescovo tedesco Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'Unità dei cristiani: “Il celibato non ha nulla a che vedere con gli abusi sessuali del clero sui minori. Il Pontefice definisce il celibato un segno della consacrazione con cuore indiviso, l'espressione del dono di sé a Dio e agli altri. Tutti gli esperti documentano che la stragrande maggioranza dei casi avviene nelle famiglie e non in ambiti ecclesiastici". Secondo il prelato “è dimostrato che la pedofilia non ha alcuna attinenza con la tradizione antichissima che impedisce ai sacerdoti di sposarsi. Anzi le statistiche sugli abusi ci dicono esattamente il contrario". Identica la posizione del vescovo di Ratisbona Gerhard Ludwig Müller, interpellato sul legame tra celibato del clero e pedofilia, l'11 marzo scorso: “È una stupidaggine. In Germania ogni anno ci sono quindicimila denunce di pedofilia e il novantanove per cento dei casi avviene in famiglia o per colpa di altri educatori, non ha niente a che vedere col celibato. Gli studi scientifici dicono che la pedofilia ha origine in un disturbo nello sviluppo della persona, ma le cause specifiche non si conoscono”.
Un'inchiesta pubblicata su El Paìs di oggi dice il contrario. Il quotidiano spagnolo interroga l'instituto de Estudios de la Sexualidad y la Pareja de Barcelona (Iespb, Istituto di Studio della Sessualità e della coppia di Barcellona): “Essere sacerdote o celibe inclina alla pedofilia? Decisamente no. Essere pedofilo inclina al sacerdozio? Sì, perché la Chiesa Cattolica funziona come elemento protettore”. A parlare, su El Pais, è Pere Font, direttore del Iespb: “Gli istinti alla pedofilia appaiono durante l'adolescenza. Questo significa che quando un ragazzo entra in seminario già presenta questi stimoli. Voglio anche chiarire che il celibato complica ancora di più la situazione perché non offre sbocchi alle necessità sessuali. Detto questo non intendo assolutamente dire che la Chiesa fabbrica pedofili”. A questo si aggiunge la dichiarazione del vicepresidente dell'Associazione spagnola di Psichiatria legale, Alfredo Calcedo: “è dimostrato che la gente con inclinazioni pedofile cerca lavori che permettano loro di essere in contatto con ragazzini”.
L'organo della Santa Sede, l'Osservatore Romano, ha affrontato la questione il 10 marzo con una articolo della storica e saggista Lucetta Scaraffia, che propone più spazio alle donne nella Chiesa. Dare più poteri alle donne “avrebbe potuto squarciare il velo di omertà maschile che spesso in passato ha coperto con il silenzio la denuncia dei misfatti”. Forse è per questo che Maureen Dowd, sulle colonne del New York Times propone una suora come Papa: “Le monache hanno, storicamente, risolto i casini dei preti. E questo è un casino storico. Benedetto dovrebbe tornarsene in Baviera. E i cardinali dovrebbero far uscire il fumo bianco proclameando 'Habemus Mama'”.
Francesca Barca
Europa451