Per quanto riguarda l'Unione europea un rapporto della Commissione del maggio 2010 ci dice che il 30% degli europei non si connettono a internet e che la differenza si pone soprattutto tra il Nord e il Sud del continente. In testa alla classifica la Norvegia e l'Islanda, dove solo il 6% dei cittadini non ha accesso alla rete; seguono la Svezia (7%), i Paesi Bassi (10%), il Lussemburgo e la Danimarca, entrambi con 11%. In coda la classifica l'Italia, dove il 45% dei cittadini non ha accesso ad Intenet, Croazia (47%), Cipro (48%), Portogallo (50%), Bulgaria e Grecia (53%) e infine la Romania, dove il 62% vive nel “black out” telematico.
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Il gioco si svolge nel mondo degli affari: è lì che i cittadini utilizzano un terzo del loro tempo durante la settimana. Ed è anche il principale motore di innovazione per attirare produttività e quindi aumentare l'erogazione di beni e servizi del Paese. Negli ultimi cinque anni la vendita on line è stata la miniera d'oro del settore dei servizi. Ma anche qui troviamo gli stessi paesi in coda: in Grecia, Slovacchia e Ungheria, solo il 6% delle aziende vende beni o servizi on line. La situazione è anche peggiore in Polonia (5%), Italia (4%), Bulgaria e Romania (3%). La media dei 27 Ue si aggira intorno al 12%. Ovviamente ai primi posti troviamo Svezia e Francia (21%), Croazia (23%) e la Norvegia (29%). Per quanto riguarda la quota di reddito che deriva dal commercio elettronico nel totale delle vendite delle imprese, ancora una volta, sono i Paesi del nord a primeggiare: la Norvegia si attesta intorno al 21%,la Svezia al 19% e la Finlandia al 18%. Su una media europea del 13%, agli ultimi posti abbiamo sempre Grecia, Romania, Bulgaria e Cipro.
Fernando Navarro Sordo
Europa451