Le elezioni anticipate sono fissate al 13 giugno. Il sei maggio scorso la Camera e il Senato, dopo aver liquidato i dossier più urgenti (misure anti-crisi per impiego e disoccupazione, aiuti per la Grecia) sono state sciolte. Se sulle misure economiche tutto è filato liscio, meno per quanto riguarda la lista di articoli costituzionali da sottomettere a revisione per la prossima legislatura: tra questi ancora la questione di Bruxelles-Hal-Vilvorde (Bhv), che molti vorrebbero veder separato. Si tratta ancora dei separatisti fiamminghi del Vlaams Belang (estrema destra nazionalista) e della Nuova Alleanza Fiamminga (Nieuw-Vlaamse Alliantie), partito fiammingo che sostiene l'indipendenza delle Fiandre. Il suo presidente, Bart De Wewer è dato, nei sondaggi, come l'uomo politico più popolare delle Fiandre. Si parla, per il momento, del 22,9%, contro il 18,9% del Partito Sociale Cristiano (CD&v) di Leterme, che era sempre stato in testa. Stessi risultati a Bhv, del quale esigono la scissione.
Dei ventinove sindaci della circoscrizione elettorale di Bhv, più precisamente di Hal-Vilvorde, 16 (o 17, secondo il quotidiano De Morgen) fiamminghi hanno annunciato che boicotteranno le prossime elezioni, che ritengono “illegali”. Si tratta di una posizione simbolica perché lo scrutinio sarà organizzato dal governatore del Brabante fiammingo, Lodewijk De Witte, che se ne incaricherà a posto dei comuni, come previsto dalla legge. Il giudizio dei sindaci “anti-elezioni”, così come quello dei partiti secessionisti, riposa su una sentenza della Corte Costituzionale del 2003 sosteneva che Bhv è un'anomalia nel sistema elettorale belga. Perché?
Oh my God: un tentativo di spiegazione
«Oh, my God!» è la risposta che il corrispondente a Bruxelles del Times ha dato ad un giornalista dell'olandese Volkskrant che gli ha chiesto come spiegava ai lettori americani la questione di Bhv. Era il 2005. Cinque anni dopo la situazione non è troppo diversa. La protesta dei sindaci – così come le richieste dei partiti fiamminghi – riposa su una riforma elettorale che il Governo belga ha fatto nel 2002, secondo la quale le vecchie circoscrizioni elettorali sono diventate province (tranne Bruxelles e Lovanio). Questo proprio per dare la possibilità ai francofoni che vivono a Bhv di votare per dei rappresentanti francofoni. La Corte Costituzionale, chiamata a deliberare, ha dato il suo giudizio nel 2003: il mantenimento della circoscrizione Bhv è “incompatibile” con la divisione elettorale in province per le elezioni amministrative. Perché? Perché viola il principio dell'equità: in questo modo alcuni belgi votano per province, e altri (BHV e Lovanio), per “mezze province”. Questo perché la divisione di Bhv non è fatta secondo le provincie, ma secondo criteri linguistici. In altre parole: come se al Nord Italia si votasse su circoscrizioni elettorali basate sulle regioni e al Sud, per esempio, sulla base delle province. Il principio di equità rivendicato dalla Corte Costituzionale si basa sul fatto che il sistema elettorale in un Paese deve essere omogeneo. Ora il problema è: come interpretare questa sentenza? Per i partiti fiamminghi è un via libera alla scissione, che infatti rivendicano già per le prossime elezioni. Per i francofoni è un motivo di riforma ulteriore, che può significare un ritorno al sistema precedente, ad esempio.
Adotta un fiammingo, un francofono o un germanofo
In questo caos, il 16 maggio scorso è stato lanciato il sito “Adotta un fiammingo” (www.adopteunflamand.be/www.adopteereenfranstalige.be ), dalla società belga Eyes Editing, diretta da Laurent Ingels. Il principio è semplice: «Un francofono può adottare solamente un fiammingo, e viceversa. Solo i germanofoni possono scegliere. Ma la persona “adottata” è affidata in maniera automatica dal sistema». Il sito, che non ha scopo commerciale, è nato dall'iniziativa di un gruppo di amici che lavorano nel cinema, nella musica e nella arti in generale. Dallo scherzo «il giorno che le cose si metteranno veramente male puoi venire a stare da noi» è nato il sito. Lo scopo di Ingels, nelle sue parole, «è solo quello di mostrare che siamo un Belgio unito. Siamo una sorta di piccolo sondaggio sociale». Al momento ci sono 380 francofoni iscritti e un centinaio di fiamminghi e un centinaio, quindi, di adozioni finalizzate. E tra venti giorni il Paese va alle urne.
Francesca Barca
Europa451
Sullo stesso argomento leggi il dossier: Belgio: e poi dicono un Paese in crisi