foto: loungerie/Flickr
Il Free Enterprise Group, un gruppo di deputati conservatori, chiede al governo inglese ad usare la crisi dell'euro per liberare la Gran Bretagna dalle leggi di Bruxelles sfruttando la situazione della Grecia.
George Osborne, Cancelliere dello Scacchiere Britannico (o Ministro delle Finanze) secondo il sito conservatore ConservativeHome.co.uk è più prossimo ad ascoltare i consigli del Free Enterprise Group (Feg) rispetto a quelli del Fondo Monetario Internazionale.
Chi è il Feg? Si tratta di un gruppo di 39 deputati inglesi che lo scorso 25 maggio hanno pubblicato un Piano “E” secondo il quale sta per arrivare l’Eurogeddon, ovvero l'uscita della Grecia dall'Euro. Bisogna essere padroni del proprio destino, dicono dal Feg e, per questo, non aspettare Bruxelles e la sua lentezza.
Il Feg si è formato lo scorso ottobre ed uno dei tanti gruppi conservatori che sono a Westminster. Il gruppo si dice difensore del «vero capitalismo» e delle libertà economiche.Per fare uscire la Gran Bretagna dalla recessione il Feg ha delle soluzioni radicali e poco vicine a quelle di Bruxelles. Propone di congelare gli aiuti sociali per tre anni, ad esempio.
In un editoriale scritto per il Daily Mail, Kwasi Kwarteng, membro del Feg, racconta che in questo modo si potrebbero risparmiare 7 milioni di sterline. Per quanto riguarda il lavoro il Feg chiede anche più flessibilità con i “low-paid flexi jobs”, ossia impieghi da 10 mila sterline l'anno con condizioni molto vantaggiose per quanto riguarda il licenziamento. Altra cosa che per Kwasi Kwarteng andrebbe eliminata? Le direttive europee sugli orari di lavoro, che costano 3,6 miliardi di sterline all'anno.
In realtà la grande flessibilità che il Feg chiede non è nuova in Gran Bretagna, che da sempre scalpita rispetto alle direttive europee. Quello che oggi è cambiato è che la Grecia potrebbe cedere e così il 45% delle esportazioni inglesi.
Per cui, secondo Kwarteng, se la Grecia esce dell'euro l'Inghilterra avrebbe tutto il diritto di non ascoltare Bruxelles anzi: «Un crollo della zona euro sarebbe un'ottima opportunità per diventare più competitivi (…) per rimettere in sesto le finanze e per avere nuova prosperità», aggiunge Kwarteng.
E comunque se il Primo Ministro inglese non smette di ripetere che il Regno Unito ha tutto l'interesse a restare nella zona euro, resta il fatto che la Gran Bretagna fa pressioni per cambiare le condizioni con le quali ci si sta dentro. Per Cameron le elezioni greche sono decisive: «C'è una scelta da fare. O si resta nell'euro e ci si impegna per rispettarne le condizioni, o se ne esce».
Marie Billon
per Europa451
George Osborne, Cancelliere dello Scacchiere Britannico (o Ministro delle Finanze) secondo il sito conservatore ConservativeHome.co.uk è più prossimo ad ascoltare i consigli del Free Enterprise Group (Feg) rispetto a quelli del Fondo Monetario Internazionale.
Chi è il Feg? Si tratta di un gruppo di 39 deputati inglesi che lo scorso 25 maggio hanno pubblicato un Piano “E” secondo il quale sta per arrivare l’Eurogeddon, ovvero l'uscita della Grecia dall'Euro. Bisogna essere padroni del proprio destino, dicono dal Feg e, per questo, non aspettare Bruxelles e la sua lentezza.
Il Feg si è formato lo scorso ottobre ed uno dei tanti gruppi conservatori che sono a Westminster. Il gruppo si dice difensore del «vero capitalismo» e delle libertà economiche.Per fare uscire la Gran Bretagna dalla recessione il Feg ha delle soluzioni radicali e poco vicine a quelle di Bruxelles. Propone di congelare gli aiuti sociali per tre anni, ad esempio.
In un editoriale scritto per il Daily Mail, Kwasi Kwarteng, membro del Feg, racconta che in questo modo si potrebbero risparmiare 7 milioni di sterline. Per quanto riguarda il lavoro il Feg chiede anche più flessibilità con i “low-paid flexi jobs”, ossia impieghi da 10 mila sterline l'anno con condizioni molto vantaggiose per quanto riguarda il licenziamento. Altra cosa che per Kwasi Kwarteng andrebbe eliminata? Le direttive europee sugli orari di lavoro, che costano 3,6 miliardi di sterline all'anno.
In realtà la grande flessibilità che il Feg chiede non è nuova in Gran Bretagna, che da sempre scalpita rispetto alle direttive europee. Quello che oggi è cambiato è che la Grecia potrebbe cedere e così il 45% delle esportazioni inglesi.
Per cui, secondo Kwarteng, se la Grecia esce dell'euro l'Inghilterra avrebbe tutto il diritto di non ascoltare Bruxelles anzi: «Un crollo della zona euro sarebbe un'ottima opportunità per diventare più competitivi (…) per rimettere in sesto le finanze e per avere nuova prosperità», aggiunge Kwarteng.
E comunque se il Primo Ministro inglese non smette di ripetere che il Regno Unito ha tutto l'interesse a restare nella zona euro, resta il fatto che la Gran Bretagna fa pressioni per cambiare le condizioni con le quali ci si sta dentro. Per Cameron le elezioni greche sono decisive: «C'è una scelta da fare. O si resta nell'euro e ci si impegna per rispettarne le condizioni, o se ne esce».
Marie Billon
per Europa451