Le motivazioni dei lavoratori di Santa María de Garoña, nei Paesi Baschi, sono date dalla preoccupazione di difendere i loro posti di lavoro. Il Governo spagnolo di Zapatero, infatti, ha previsto di chiudere la centrale di Garoña entro il 2013. Il Consiglio nazionale di Sicurezza Nucleare spagnolo sostiene che, prese ulteriori misure di sicurezza, la centrale di Garoña ha i requisiti per continuare a funzionare ancora un decennio. La centrale di Garoña è stata inaugurata nel 1971 e avrebbe dovuto chiudere dopo quarant'anni di attività, nel 2011. Dopo i fatti del Giappone il Ministro dell'industria spagnolo, Miguel Sebastian, ha annunciato che si andrà avanti con la chiusura come previsto.
Gli ecologisti si oppongono a questi argomenti, e a quelli del Consiglio nazionale di Sicurezza Nucleare, e prendono la centrale di Garoña come esempio di centrale pericolosa a causa della sua “età” («A los verdes les diría que se enteren de una vez de lo que hacemos en Garoña y se dejen de joder») e per la vicinanza a grossi centri come Bilbao , Burgos , Medina de Pomar e Vitoria; sostengono inoltre che la sua chiusura è già ammortizzata da nuove fonti di energia rinnovabile.
In Spagna ci sono al momento sei centrali nucleari la cui costruzione è iniziata negli anni Settanta. Già dal 2004 il Governo Zapatero ha promesso di smantellare il nucleare civile: «Manterremo il nostro compromesso di sostituzione graduale di energia atomica per altre più sicure, pulite e meno costose, in modo ordinato nel tempo e con il massimo di consenso sociale».
Pedro Picón
Europa451
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