L'Agenda europea del 2011, distribuita in oltre tre milioni di esemplari tra i 27 Paesi Ue quest'anno ha dimenticato di menzionare le feste cristiane.
Con oltre 3 milioni di esemplari distribuiti nei 27 Paesi Ue, la Agenda europea è probabilmente il calendario più condiviso del continente. Sicuramente il 2011 resterà famoso perché dimentica le feste di tradizione cristiana. Numerosi deputati dei partiti democristiani all'interno del Partito Popolare hanno protestato: le feste mussulmane, ebraiche e indù sono presenti e non quelle cristiane. L'Italia e la Polonia hanno lanciato una protesta ufficiale contro la Commissione per questa omissione.
Con oltre 3 milioni di esemplari distribuiti nei 27 Paesi Ue, la Agenda europea è probabilmente il calendario più condiviso del continente. Sicuramente il 2011 resterà famoso perché dimentica le feste di tradizione cristiana. Numerosi deputati dei partiti democristiani all'interno del Partito Popolare hanno protestato: le feste mussulmane, ebraiche e indù sono presenti e non quelle cristiane. L'Italia e la Polonia hanno lanciato una protesta ufficiale contro la Commissione per questa omissione.
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Il Commissario responsabile dell'iniziativa, il maltese John Dalli, ha criticato l'incoerenza dell'Agenda europea del 2011 e promesso una soluzione: l'invio di 21mila lettere di scuse ai centri che già hanno ricevuto l'Agenda e la promessa che, dal 2012, saranno presenti le feste cristiane di ogni Paese dell'Unione.
L'episodio forse rinfuocherà vecchie polemiche: l'ex Presidente francese, Valéry Giscard d'Estaing, nel momento della stesura di un testo per la Costituzione europea, nel 2002, fece pressioni per aggiungere le radici cristiane all'eredità culturale del continente. La cosa non passò.
Fernando Navarro Sordo
Europa451
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