Il quotidiano francese Le Monde ha intervistato Christian Hernandez, direttore dello sviluppo internazionale del famoso social network:
«La nostra visione a termine è che Facebook diventi una piattaforma sociale che sottointende l'insieme dei servizi, ovunque su Internet».
Facebook ha organizzato, martedì 29 marzo, il primo di una serie di incontri con programmatori web a Parigi. Si tratta di un'operazione rivolta sia alle grandi imprese che vogliono lanciarsi nel social, sia alle start up che si occupano di social web. Il quotidiano francese Le Monde ha intervistato Christian Hernandez, direttore dello sviluppo internazionale di Facebook. Alla domanda: «Quali servizi si potranno trovare sul Facebook di domani?»
«La nostra visione a termine è che Facebook diventi una piattaforma sociale che sottointende l'insieme dei servizi, ovunque su Internet. Il New York Times ha constatato che i lettori che entrano sul suo sito via Facebook leggono più articolo, ed è logico. Se leggete un articolo sulla crisi in Libia perché un amico lo ha “raccomandato”, questo ha già un peso “emozionale”. Se, una volta che siete sul sito del New York Times, vedete che altri amici raccomandano altre letture sarete più stimolati a cliccare su quelli. Abbiamo 500 milioni di utilizzatori e 900 milioni di oggetti – pagine, gruppi, eventi... – nel nostro “ambiente sociale”. Ed è anche questa la bellezza del social web: le possibilità d'interazione sono infinite. Per esempio: se siete un fan di Tom Jones e avete fatto un “like”, troverete dei servizi che informano quando l'artista è di passaggio nella tua città e che vi propongono di acquistare dei biglietti del concerto».
Qui l'intervista completa a Christian Hernandez.
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«La nostra visione a termine è che Facebook diventi una piattaforma sociale che sottointende l'insieme dei servizi, ovunque su Internet. Il New York Times ha constatato che i lettori che entrano sul suo sito via Facebook leggono più articolo, ed è logico. Se leggete un articolo sulla crisi in Libia perché un amico lo ha “raccomandato”, questo ha già un peso “emozionale”. Se, una volta che siete sul sito del New York Times, vedete che altri amici raccomandano altre letture sarete più stimolati a cliccare su quelli. Abbiamo 500 milioni di utilizzatori e 900 milioni di oggetti – pagine, gruppi, eventi... – nel nostro “ambiente sociale”. Ed è anche questa la bellezza del social web: le possibilità d'interazione sono infinite. Per esempio: se siete un fan di Tom Jones e avete fatto un “like”, troverete dei servizi che informano quando l'artista è di passaggio nella tua città e che vi propongono di acquistare dei biglietti del concerto».
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