Mercoledì 20 luglio è stato pubblicato un rapporto – ‘‘La Tunisie post-Ben Ali face aux démons du passé’’ (qui in versione completa) – sulla situazione dei diritti dell'uomo in Tunisia basato sui dati raccolti da una missione compiuta dalla Federazione Internazionale dei Diritti Umani (Fidh), dal Consiglio Nazionale per le libertà in Tunisia (Cnlt) e dalla Lega Tunisina per la difesa dei diritti umani (Ltdh) lo scorso maggio. Le tre associazioni hanno raccolto delle testimonianze di manifestanti che hanno subito, a Tunisi, Kasserine e Siliana, delle violenze dopo il 14 gennaio 2011, data in cui l'ex Presidente Ben Ali ha lasciato il Paese in seguito alla rivoluzione.
Le testimonianze raccontano episodi di uso sproporzionato della violenza da parte delle Forze di Sicurezza Interna, cioè la polizia tunisina: persone malmenate, torture e arresti indiscriminati in presenza di persone con il volto coperto, riporta il quotidiano belga Le Soir.
Ezzedin Guimouar racconta di essere stato picchiato fino ad aver perso la conoscenza e di essere stato arrestato mentre partecipava a una manifestazione pacifica a Tunisi, dopo la caduta di Ben Ali. Mohamed, gestore di una pizzeria a Siliana si è ritrovato la casa saccheggiata dalla polizia perché «dopo il 14 gennaio non volevo più lasciarli mangiare senza pagare». Secondo il documento non si tratta di una repressione sistematica, ma di qualcosa di «organizzato e deciso ad alti livelli» per mettere paura ai manifestanti. Il Ministro degli Interni tunisino, Habib Essid, ha dichiarato che si tratta di atti isolati, da vedere come eredità del passato regime.
Inoltre, anche se per la prima volta i tribunali tunisini accettano di prendere in carico casi di tortura, secondo il rapporto ci sono ancora seri problemi di funzionamento all'interno dell'apparato della polizia e di quello giudiziario. La polizia tunisina è stata l'organo che ha maggiormente contribuito alla repressione durante il regime di Ben Alì e oggi è mal vista dalla popolazione. In generale il sentimento è che nulla sia cambiato dopo la caduta del regime: la percezione si è amplificata dopo il rinvio delle elezioni per l'Assemblea Costituente, inizialmente previste per il 24 luglio, e spostate al 23 ottobre prossimo.
Il rapporto mette in evidenza il fatto che le forze della polizia tunisina non sono mai state formate per gestire problemi di ordine pubblico. Un primo seminario sulla riforma della polizia si è tenuto a Tunisia il 16 maggio scorso organizzato dal Cnlt, dalla Coalizione della Società civile tunisina e dalla Ltdh. Hanno partecipato diversi responsabili del Ministero degli Interni, dei rappresentanti della società civile e degli esperti internazionali.
Francesca Barca
Europa451
Questo articolo è stato pubblicato su L'Indro il 27 luglio 2011