Da giovedì scorso è on line il Wikileaks in versione europea, brusselsleaks. Si tratta di un sito il cui funzionamento è simile a quello più famoso di Assange: i fondatori (anonimi) vogliono rendere più trasparente la politica a Bruxelles. Continua a leggere.
Finalmente: Neelie Kroes, la Commissaria europea per la Società dell'Informazione ha reso pubblico un rapporto i cui afferma la volontà di eliminare i costi aggiuntivi per le chiamate via cellulare dall'estero (il roaming insomma). Una consultazione pubblica sull'argomento è stata lanciata fino al febbraio del 2011. Continua a leggere.
Riapertura dei dossier di Ceuta e Melilla, richiesta di visto per i cittadini spagnoli che entrano in territorio marocchino, inchieste sui crimini contro l'umanità commessi dall'esercito spagnolo durante la guerra: ecco alcune delle proposte dell'esecutivo di Rabat nella prospettiva di rivedere le relazioni bilaterali tra Spagna e Marocco. Un'offensiva diplomatica dovuta alla condanna di Madrid delle azioni marocchine nei campi sahrawi. Continua a leggere.
La Federal Communications Commission (FCC) l'ente americano per le Telecomunicazioni ha pubblicato, mercoledì 1 dicembre un documento con il quale illustra i principi destinati a mantenere Internet aperto, la concorrenza e la libertà di espressione. I cinque membri della FCC si pronunceranno ufficialmente sull'argomento durante una riunione prevista per il prossimo 21 dicembre, mentre il Congresso potrebbe prevedere una legge. Continua a leggere.
Mark Rutte, Primo Ministro olandese, ha incontrato a Parigi, lo scorso 29 novembre, il Presidente francese Nicolas Sarkozy. L'immagine dell'incontro è di un simbolismo sconvolgente. Continua a leggere.
Internet è un diritto costituzionale? È un diritto fondamentale? O lo l'accesso a un Internet? La questione è la diffusione della banda larga o l'aggiunta legislativa? Leggi il nostro dossier.
Articolo 21-bis della Costituzione Tutti hanno eguale diritto di accedere alla Rete Internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale. Questa la proposta del giurista Stefano Rodotà all'Internet Governance Forum di Roma del 29 novembre. La discussione è aperta: se la Rete diventa un diritto Costituzionale (e fondamentale?) questo implica che la Rete sia Neutrale. Alcuni appunti di riflessione.
Cosa significa Net Neutrality?
Si tratta della non-discriminazione «nell'informazione che circola in Internet, che sia in funzionane dell'emettitore, del destinatario e del tipo stesso di informazione. Vista dal punto di vista dell'utilizzatore, è che tutti possono accedere ai contenuti, servizi e applicazioni senza discriminazioni; e che tutti possano pubblicare contenuti, servizi e applicazioni senza discriminazioni», ci dice Jérémie Zimmermann, porta parola e cofondatore dell'organizzazione francese La Quadrature du Net.
Per Michel Riguidel, ingegnere informatico francese (che ha collaborato con L'Hadopi) risponde, invece: «La definizione, teorica, di Neutralità della rete è la non-discriminazione della fonte e della destinazione», cosa che non implica quindi i protocolli e i contenuti. Cosa che implica a sua volta un Internet "differenziato" con priorità su alcune applicazioni piuttosto che ad altre.
In Francia il Consiglio Costituzionale ha già fatto di Internet un elemento fondamentale della libertà di espressione e comunicazione in questo modo: «La libertà di comunicazione e di espressione, così come enunciata nell'articolo 11 della Dichiarazione dei diritti dell'uomo de del cittadino del 1789, è oggetto di una costante giurisprudenza protettrice da parte del Consiglio Costituzionale. Questa libertà implica oggi – visto lo sviluppo generalizzato di Internet e alla sua importanza per la partecipazione alla vita democratica e all'espressione delle idee e delle opinioni – la libertà di accedere ai servizi di comunicazione al pubblico on line».
Quello che forse dovrebbe essere un diritto – era questa l'intenzione di Rodotà? – è la possibilità reale di accesso a Internet. La banda larga è un servizio fondamentale? Sempre portando l'esempio della Francia: il Governo francese ha lanciato, nell'ottobre del 2008, il progetto “France Numerique 2012” (Francia digitale 2012), per aumentare la diffusione della Banda Larga elevata e diritto repubblicano (al giugno 2010 in Francia si contavano 20,37 milioni di abbonati alla banda larga).
In Europa
La Carta Fondamentale dei diritti dell'Ue non cita direttamente l'accesso a Internet, ma il suo articoli 11 dice che «La libertà di espressione è un diritto. E questo diritto comprende la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che ci possano essere ingerenze da parte dell'autorità pubblica e senza considerazioni di frontiera»; inoltre, ed è questo il punto che fa più discutere, l'emendamento 138 al Pacchetto Telecom - in relazione all'Hadopi - riaffermava il principio secondo il quale «nessuna restrizione ai diritti e alle libertà fondamentali degli utilizzatori finali deve essere preso senza una decisione dell'autorità giudiziaria». Che significa che un'entità amministrativa non può decidere dell'accesso al servizio di Internet.
La Corte di Giustizia europea ha accordato agli eurofunzionari il 3.7% di aumento che questi reclamavano da oltre un anno. I Governi volevano, in tempi di crisi, aumentarli solo della metà. Ce lo racconta Jean Sébastien Lefevbre su Myeurop.info.
Nel dicembre del 2009 ai funzioni europei era stato accordato un aumento dell'1,85% che fu motivo di piccoli scioperi. I Governi nazionali sostenevano che in tempo di crisi i funzionari europei avrebbero dovuto sostenere gli stessi sforzi dei lavoratori. Ora invece l'aumento arriverà, perché la Corte di Giustizia europea ha dato ragione ai funzionari.
Ma quando si parla di stipendi, di quanto stiamo parlando? Ce lo spiega Jéan-Sébastien Lefevbre: «La forbice è ampia. Ci passa il concorso arriva a guadagnare 4000 euro al mese. All'ultimo si sono presentate 50mila persone per 300 posti. I funzionari a capo delle Direzioni Generali possono arrivare a 16mila euro al mese, i Commissari ne guadagnano circa 22mila al mese. Per i deputati si parla di 7661 più le spese. Per quanto riguarda gli assistenti parlamentari, questo dipende dal deputato, che ha un budget mensile di circa 19mila euro per le sue spese (assistenti/segretari). A tutto questo bisogna aggiungere i vari tipi di contratto, e gli stage (che arrivano a 1000 euro al mese)».
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