Al 30 giugno 2010 la Francia contava 20,37 milioni di abbonati alla banda larga: questo secondo di dati pubblicati ogni trimestre dall'Arcep (l’Autorité de Régulation des Communications Electroniques et des Postes). Questo significa 275mila abbonati in più del trimestre precedente e 1,65 milioni in più rispetto al giugno del 2009. Per finire con i dati, questo significa una crescita del 9% annua.
La diffusione della banda larga in Francia fa parte del piano del Governo “France Numerique 2012” (Francia digitale 2012), lanciato nell'ottobre del 2008 da Eric Besson, Ministro allo Sviluppo dell'economia digitale. Tra gli obiettivi del piano ci sono: l'accesso di tutti i francesi a Internet e ai servizi digitali; lo sviluppo, la produzione e l'offerta di contenuti digitali; la crescita e la diversificazione degli usi e dei servizi digitali nelle aziende, le amministrazioni pubbliche e i privati; la modernizzazione della governance dell'economia digitale. Parte di questo Piano è, appunto,l'accesso a Internet a “Banda Larga per tutti”, descritto dal Governo come «una condizione essenziale per l'acceso all'informazione, all'educazione, alla formazione, agli hobby e ai servizi amministrativi».
Usa: una proposta per spegnere Internet (in caso di emergenza)
La neutralità della rete arriva in Europa
Il testo dell'Acta pubblicato
Secondo i dati pubblicati nel 2008 dal Governo francese, si stimavano tra tra uno e due milioni di francesi (sopratutto nelle zone rurali) impossibilitati all'accesso all'Internet a banda larga: questa situazione, secondo il piano governamentale: «non è conforme né agli ideali sui quali è fondata la République, né alle preoccupazioni di ristrutturazione del territorio, competitività delle nostre imprese e di diffusione della nostra cultura. Per questo un accesso giusto e equo alla banda larga deve essere offerto a tutte le famiglie francesi». Come funziona? Il Governo mette un'etichetta “Internet Haut debit pour tous” (Internet a banda larga per tutti) sulle offerte e i prodotti Internet che rispecchiano le caratteristiche di equità che il Governo si è fissato. In breve: l'offerta non deve superare il costo di 35 euro al mese e i 100 di costo di materiale e installazione. Inoltre, non si deve navigare a una velocità inferiore ai 2Mb/s. Ora, nove mesi dopo la usa ufficializzazione, sono state applicate le prime quattro etichette a quattro offerte: NordNet (Pack Satellite), Vivéole (l'Intégrale), SHD (SFR) e Connexion Verte. Tutte satelittari.
E c'è chi parla di «operazione di comunicazione»
Per l'associazione delle Città e delle Collettività per le Comunicazioni Elettroniche e l'Audiovisuale (Avicca) si tratta solo di una grande operazione di comunicazione per il Governo: «Al costo di un logo, permette di affermare che non ci sono più problemi di banda larga, mentre importanti investimenti sono ancora necessari. Non esistono miracoli: se famiglie, servizi pubblici e imprese non sono ancora “coperti” significa che il settore privato non ha ancora trovato il modo di guadarci abbastanza per estendere il servizio. (…) Un'etichetta non basta a lanciarsi nell'Internet satellitare. Ovviamente molte situazioni restano escluse (per via di ostacoli, per via della vicinanza a una fonte elettromagnetica, ecc...) e gli operatori non hanno alcun obbligo di fornire il segnale in altra maniera. L'etichetta non costa loro nulla», dice Yves Rome, presidente dell'associazione, contattato dal magazine DZNet.fr. Che aggiunge: «L'etichetta governamentale dà visibilità a questa sola tecnologia, al detrimento delle altre. Rischia solo di aumentare i problemi nei territori dove le collettività e i loro partner hanno investito (dai 3 ai 10 milinio di euro per regione, in linea generale) in soluzioni “non etichettate”».
Il Governo risponde alle critiche dell'Avicca ricordando il progetto “Haut débit dans les zones rurales" (Banda larga nelle zone rurali): lanciato nel 2009, ha messo a disposizione 30 milioni di euro dal fondo Feader (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale). Sono stati presentati oltre sessanta progetti e ne sono stati accettati 34: ogni progetto riceverà in media 900mila euro. Di questi 34, 26 sono gestiti da un Consiglio Generale o da un'associazione regionale, quattro da un Consiglio regionale e quattro da raggruppamenti di comuni.
La non-situazione in Italia
Ricordiamo che la banda larga in Italia tocca oggi 12milioni di connessioni e che il fondo che il Governo aveva promesso se lo è rimangiato nel novembre scorso: «I soldi per la banda larga li daremo quando usciremo dalla crisi», ha detto Gianni Letta, riferendosi agli 800milioni di euro che facevano parte del progetto del Piano Romani (viceministro per lo sviluppo con delega alle Comunicazioni). Si trattava di un piano come quello fracese: entro il 2012 si voleva portare la banda larga (a 20Mb) almeno al 96% della popolazione, e almeno ai 2Mb al restante 4%.
Francesca Barca
Europa451
Sugli 800milioni del Piano Romani leggi sugli altri blog:
Guido Scorza: La strana storia degli 800 milioni per la banda larga
Fabio Chiusi: Banda larga: gli 800 milioni diventano venti?